Questa settimana, la traduzione per la nostra rubrica “Interviste” riguarda Touyama Mirei. Vi proponiamo l’intervista fatta da Diandra Reviews alla cantante e pubblicata il 9 luglio 2020 in inglese. Potete leggere la versione originale qui.
Come per le altre traduzioni, nella versione in italiano troverete dei link a pagine esterne per le spiegazioni ai riferimenti fatti. I link sono stati aggiunti dallo staff di TokyoNoise, mentre le immagini e i video sono quelle dell’intervista originale.
Diandra intervista Mirei: sola nell’industria
Mirei è sia cortese sia vulnerabile. Per lei, come nello show “Little Voce” che ho recensito, essere una persona buona e felice equivale a essere una star. Il problema è che anche le persone migliori hanno dei periodi di depressione o hanno dei dubbi sul poter essere amati, specialmente quando stanno cercando di crescere all’interno di un’industria piena di persone a cui non interessa nulla se sei in difficoltà. Mirei è colma di anima e immaginazione; è il motivo per il quale unisce cultura giapponese e occidentale per creare suoni e strofe che fanno sembrare l’amore come un mito moderno. Nella nostra intervista, lei parla dei sogni e delle insicurezze che la portano a cercare ovunque un modo per sentirsi, nella musica e nel significato, come se si trovasse da qualche parte.
Diandra: Se potessi essere portata in qualsiasi posto o epoca nell’universo, dove vorresti andare e perché?
Mirei: Vorrei andare nel periodo Meiji che va dal 1868 al 1912, a Tokyo. Il Giappone aveva isolato il paese proprio prima di questo periodo. In questa epoca, quindi, molte culture occidentali arrivarono a Tokyo ed ebbero della chimica con la cultura del Giappone. Per questo è chiamato il periodo di “apertura delle culture“. Adoro provare cose nuove e originali e accetto ben volentieri una combinazioni di culture differenti. Se potessi essere portata a quel periodo storico, sarebbe così eccitante!
Diandra: In onore di “No Ordinary Love“, qual è la storia d’amore di una serie, un libro o un film che ti commuove di più? Ci scriveresti una canzone?
Mirei: “Fiori per Algernon“! L’amore di Algernon per Charlie mi colpisce ogni volta che parlo di questa storia. È così puro e costante. Esito a scrivere una canzone a riguardo ora, perché è una sorta di tema in corso nella mia vita. Impariamo qualcosa di nuovo ogni giorno nelle nostre vite e questa è una cosa positiva. Ma essere più intelligenti non vuol dire essere migliori. L’intelligenza ci rende complicati. Ci ha reso spaventati dall’essere onesti e vulnerabili. Sono tuttavia abbastanza sicura che canterò riguardo a [questa storia] quando avrò ottenuto la mia risposta all’amore e alla vita.
Diandra: Come scrittrice di canzoni d’amore, com’è “essere innamorati” o cosa significa per te? Cosa trovi sia romantico?
Mirei: L’amore rende quasi qualsiasi cosa possibile ed è questo che trovo sia interessante. Puoi essere incredibilmente felice, soddisfatto, a proprio agio ma allo stesso tempo cieco, folle e pazzo. Quel potere è ciò che trovo romantico e attraente dell’essere innamorati. Più diventa grande, più è difficile da controllare. L’amore non ha una risposta specifica o una forma singola. Perciò le relazioni sono come costruire e creare un puzzle. Ogni puzzle ha la propria storia.
Diandra: Quali sono le tue qualità come persona che la tua musica ti ha aiutato ad apprezzare?
Mirei: Non sono una persona particolarmente brava ad esprimere le proprie emozioni a voce. Scrivere canzoni mi aiuta a chiarire le idee e le emozioni che provo. Quando mi sento persa, ascolto le mie canzoni o rileggo ciò che ho scritto e ricordo come voglio essere o come mi sentivo. Voglio essere una persona forte e gentile, la mia “me” nei miei testi. Il che è difficile, a volte.
Diandra: Qual è il tuo ricordo preferito del karaoke coi tuoi genitori? Hai delle canzoni che canti sicuramente?
Mirei: La prima canzone in inglese che ricordo di aver cantato al karaoke è stata “Overprotected” di Britney Spears. I miei genitori non parlano inglese ma adorano la musica americana e solitamente la mettevano in macchina, e quella canzone era la mia preferita quando avevo 3-4 anni. Quando la cantai al karaoke, i miei genitori sembrarono sorpresi e contenti e ciò mi rese ancora più felice. Vado spesso al karaoke coi miei genitori quando vado a Osaka e canto ancora questa canzone. È la mia preferita ed è una canzone con tantissimi ricordi per diversi motivi.
Diandra: Come ha cambiato, ispirato o portato a riconsiderare te stessa come artista la pandemia COVID-19?
Mirei: Ho cominciato a tenere livestream da casa mia ogni settimana. Mi ha fatto scoprire cose nuove, non solo concernenti la musica ma anche cose tecnologiche come i green screen e anche imparare nuove lingue. Essere attivi in questo modo è innovativo ed eccitante. Mi sento ancora frustrata dal fatto che non posso essere su un palco e cantare direttamente assieme ai miei fan, tuttavia posso comunicare coi miei fan grazie a internet quindi non mi sento così in colpa.
Diandra: “Lonely in Tokyo” parla della parte oscura del mondo dello spettacolo. Avendo cominciato in questo mondo da bambina, quali sono i suoi aspetti più allarmanti secondo te?
Mirei: Far parte del mondo dello spettacolo vuole quasi dire vendere te stesso come prodotto alle persone. E, in tante occasioni, devi comportarti come se fossi una versione diversa da te stesso per il “palcoscenico”. Credo che renda i bambini confusi e ignari di chi sono veramente. Se il tuo lavoro o il tuo show sono andati bene, allora penserai che devi continuare… anche se ti uccide dentro. Se è andato male, ti sentirai come se non tu sia stato accettato dalla società. In qualsiasi modo vada, ferisce e confonde i cuori e gli animi dei bambini, secondo me. Anche io, che ero circondata da un ambiente fortunato e sicuro, ero confusa… come se dovessi essere più bella e attraente per i fan e tutti coloro che stanno guardando. Ho iniziato una dieta ferrea e ho cercato informazioni sulla chirurgia plastica quando ero al liceo. Penso che vada bene se lo vuoi fare veramente per te stesso, ma io lo volevo fare per gli altri in modo da essere accettata. Questo non è giusto e sono felice di non essere caduta troppo in questo senso, però succede ancora ai bambini che fanno parte di quest’industria.
Diandra: Che cosa te lo ha fatto superare?
Mirei: Sono sopravvissuta a quell’ambiente tossico perché ho sempre avuto qualcuno con cui parlare. Non ero sola. A volte c’erano i miei genitori o il mio partner o i miei amici. Ho frequentato un liceo pubblico, non uno privato in cui ci sono solo studenti dell’industria. Di conseguenza avevo molti amici che non erano coinvolti in quel mondo e a cui non interessava la fama – ripensandoci sono stata proprio fortunata e sono grata di ciò.
Diandra: “Take Me Away” affronta tematiche come la depressione e l’ansia. Cosa sono le cose che fai e chi sono le persone che ti aiutano a trovare la felicità e la calma?
Mirei: Non sono una persona con una forza mentale vigorosa, quindi sono spesso instabile… come tutti. Ogni volta che mi sento depressa faccio un passo indietro e dormo tanto. Dico a me stessa che sono una bella addormentata e dormo come una principessa, haha! Quando non è abbastanza, chiedo alle persone di cui mi fido di uscire per togliermi i pensieri dalla mente. Il senso è: scelgo le persone che mi fanno ridere o che mi possono distrarre. Ci sono persone che hanno talento per questo, ti fanno ridere di gusto quando stai semplicemente guardando il menù del ristorante. Sì, consiglio sicuramente di ridere e sorridere tanto finché non vi dimenticate il motivo per cui siete così depressi. Il sonno e la risata sono i modi migliori. Dimenticatevene semplicemente finché non sarete abbastanza forti da affrontare le preoccupazioni e trovare una soluzione.
Diandra: Parli degli aspetti positivi e negativi della vita notturna di Tokyo. Quali sono i posti o quali sono le cose che fai lì per vivere il suo aspetto migliore?
Mirei: Personalmente, non riesco a bere tanto perché sono così debole quando si tratta di alcolici. Vado sempre in posti in cui posso divertirmi da sobria. Consiglio “Spocha“, che è sia una sala da bowling che tanti giochi sportivi, se avete abbastanza tempo. Se non ne avete, anche la sala giochi o il karaoke sono fantastici! Questi tre posti si trovano in tutte le città principali del Giappone; andateci quando venite qui, sono sicura che vi divertirete!
Diandra: Quali sono le cose che ami di più della tua infanzia? Dal cibo, ai giochi, i film…
Mirei: Adoravo giocare ai videogiochi e amavo specialmente “DDR“, Dance Dance Revolution, in sala giochi. Lo avevo anche a casa: abbiamo il tappeto apposito e ci gioco sempre con la mia famiglia. La mia canzone preferita era “Butterfly” delle Smile dk. Qualcuno se la ricorda? Che capolavoro!