A voi la traduzione dell’intervista a MIYAVI, pubblicata da The Japan News il 22 maggio 2020. Potete leggere la versione originale in inglese qui.
L’intervista è di Yusuke Tsuruta, scrittore dello staff dello Yomiuri Shimbun.
Nella versione tradotta in italiano troverete dei link ad altre pagine per le spiegazioni ai riferimenti fatti nell’intervista. I link sono stati aggiunti dallo staff di TokyoNoise, mentre le immagini sono quelle dell’intervista originale.
Il mondo intero è un palco per il chitarrista samurai MIYAVI
Innumerevoli musicisti proclamano di ambire ad avventurarsi nella scena musicale internazionale, ma quanti sono riusciti realmente a pubblicare la loro musica a livello internazionale e realizzare il loro sogno?
Miyavi, conosciuto anche come “il chitarrista samurai”, è uno dei pochi. Che tipo di panorama vede apparire di fronte a lui quando è su un palco? E che tipo di musica vi suona? Ho avuto l’opportunità di chiederglielo di persona.
“Fin dall’inizio, ho sempre nutrito questo profondo desiderio di diventare un chitarrista internazionale di successo”, dice Miyavi. “Ispirato dallo shamisen, ho approfondito diversi metodi per esprimermi, come la percussione (slapping) delle corde della chitarra o cantare mentre suono.”
Miyavi è conosciuto per il suo stile ritmico e tagliente di suonare la chitarra, percuotendo semplicemente con le sue dita le corde, invece di usare un plettro, come se stesse suonando uno strumento a percussione. Senza che se ne accorgesse, la gente cominciò a chiamarlo il chitarrista samurai, poiché vaga per il mondo con la sua fedele chitarra proprio come i samurai facevano con le loro spade.
Musicista, attore e ambasciatore di buona volontà per l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, con solo una chitarra tra le mani, s’impegna in diverse attività internazionali.
Nato nella prefettura di Osaka nel 1981, Miyavi s’imbatté nella chitarra da adolescente. Lasciò il liceo, venne a Tokyo e si fece un nome come membro dei Dué le Quarts, una rock band appartenente al visual-kei o al genere glam “visivo”. Dopo lo scioglimento della band, debuttò a livello major come solista nel 2004.
Alla ricerca di nuove sfide, si trasferì a Los Angeles nel 2014 con la sua famiglia. Si esibì nel tradizionale primo lancio durante una partita della Major League Baseball al Dodger Stadium nel 2019.
Attraverso la sua musica, Miyavi ha fatto luce su questioni internazionali, come i rifugiati, la carestia, la povertà e il cambiamento climatico, in maniera sempre più frequente negli ultimi anni.
Cominciò a prestare attenzione alle questioni sociali dopo essere apparso nel film “Unbroken” (2014) diretto da Angelina Jolie, impegnandosi nelle attività di supporto dei rifugiati grazie all’influenza di quest’ultima.
Una visita a un campo rifugiati siriano nel 2015, sotto raccomandazione di Jolie, e l’incontro diretto coi bambini del posto cambiò il suo approccio alla musica.
“Viaggiammo in un veicolo blindato, perciò non potevamo aprire le finiste. Onestamente, ero spaventato e mi chiedevo se c’era qualcosa che potessi fare per loro. Ma quando arrivai lì, nel momento in cui suonai la chitarra, i bambini erano a bocca aperta. Vidi un luccichio nei loro occhi e compresi che c’era qualcosa che potevo esprimere a loro attraverso la musica. Perlomeno, potevo dare loro un po’ di speranza, cosa che significava molto per me”, dice.
Venne nominato ambasciatore di buona volontà per l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati nel 2017.
“Il problema dei rifugiati è una questione dolorosa da affrontare e sarebbe più facile fare finta di niente. Tuttavia, includendolo in una musica cool, le persone ti ascolteranno. Questa è la mia raison d’être (ragione di vita)”, dice.
Egli crede che il ruolo del musicista sia quello di fungere da ponte.
“[La musica] può anche essere un ponte tra società e politica. Assumendo un atteggiamento cool, possiamo diventare un ponte,” dice.
Non aveva questo tipo di percezione quando iniziò a suonare la chitarra. Dice che ha cominciato a ragionare così come risultato del suo avventurarsi nel mondo e del suo essere riconosciuto come il chitarrista samurai.
“Ho afferrato la mia chitarra invece di una spada e ho squarciato e squarciato. Sono riuscito a squarciare tutte i proiettili che venivano verso di me. Quando ho pensato di avere in qualche modo squarciato un carro armato ho alzato lo sguardo e ho visto da lontano un esercito di carri armati precipitarsi verso di me. È una battaglia infinita, quindi è stato inevitabile cominciare a optare per non sguainare la mia spada. Non stringevo la spada per combattere. Penso fosse questione di trovare un modo per vincere senza sguainare una spada,” dice.
Ora viaggia per il mondo dalla sua base in Giappone, condividendo video streaming delle sue esibizioni con la sua famiglia, mentre le persone in tutto il mondo rimangono nelle loro case a causa della nuova pandemia del coronavirus.
È da un po’ di tempo che i critici hanno cominciato a dire che non c’è lo stesso interesse di prima in Giappone nei confronti della musica straniera. Questo è probabilmente dovuto al fatto che, mentre la musica dei musicisti non giapponesi rispecchia chiaramente i loro pensieri, c’è una tendenza in Giappone per cui gli artisti cercano di evitare di “bruciare la loro carriera” facendo riferimenti a questioni sociali e politiche.
Cosa si dovrebbe fare per avvicinare le persone ai problemi universali, come i rifugiati e il cambiamento climatico, proprio quando esse tendono a evitarli?
“L’unico modo è che chiunque noti questi problemi per primo, informi tutti gli altri, no?” dice Miyavi istintivamente.
“Quello che conta di più è che le persone ti ascolteranno se sei cool,” dice. “Non cambia nulla se sto visitando un campo per rifugiati o se sto suonando con mia figlia. Non sono un papà comune. Sono Miyavi. Sono l’eleganza (coolness) personificata. Se la gente pensa che tu sia cool, tutti ti osserveranno, no? Come persona nata in Giappone, questa è una di quelle cose che posso fare per il mio paese di origine. È una cosa che posso fare, quindi la faccio.”
L’ultimo album di Miyavi, “Holy Nights“, è stato pubblicato il 22 aprile sotto l’etichetta Universal. Contiene dei ritmi dance che fanno fisicamente scuotere gli ascoltatori e, naturalmente, contiene anche le sue affinate capacità con la chitarra. Più di ogni altra cosa, c’è energia nelle sue canzoni. L’album è una sorta di preghiera, così come di proclamazione, ed è colmo di tracce con un cantato elettrizzante.
“Visto che il futuro del mondo si trova a un bivio, mi chiedo, “Cosa posso offrire attraverso la mia musica? C’è qualcosa che posso cambiare con la mia musica?” Penso che questa sia il periodo in cui ora viviamo,” dice.
La canzone principale dell’album ha un messaggio forte che riguarda il modo in cui dovremmo vivere in un mondo pieno di innumerevoli problemi.
“Il cambiamento climatico sta prendendo piede in tutto il mondo. Le foreste stanno bruciando e si stanno verificando condizioni meteorologiche estreme come i tifoni. Credo siano le grida della Terra,” dice.
La canzone contiene le parole: “Cantiamo, ricoperti di ferite mentre ci stringiamo le mani a vicenda,” dentro cui Miyavi ha riversato tutte le sue emozioni, “Anche quando siamo costretti a stare sull’orlo del precipizio della disperazione, le persone canteranno, ponendo tutta la loro speranza nella canzone.” Il messaggio trasmesso è che vivere significa andare avanti indipendentemente dalle circostanze.
“Gli Stati Uniti sono un paese di canditi. Ci sono tantissimi negozi in cui puoi agguantare e comprare delle caramelle; ce ne sono talmente tanti che potresti morire se le mangiassi tutte,” dice. Senza esitazione, ha intitolato una canzone dell’album “Heaven is a Place on Earth” (Il paradiso è un luogo sulla Terra); il titolo è lo stesso della canzone di Belinda Carlisle, pubblicata alla fine degli anni ’80, “una canzone sullo zucchero”, suggerendo che la canzone in realtà parla dell’avidità.
“Parla della paura di perdere il controllo di te stesso a causa di droghe e potere”, spiega.
La canzone rappresenta i suoi sentimenti di ansia, non solo nei confronti degli Stati Uniti, ma anche del mondo intero.
“È un mondo strano, vero? Spedisci della verdura da qualche parte, verdura che poi viene lavorata dagli uomini. Il cibo confezionato, sia il cibo spazzatura sia qualsiasi altro, è economico, ma la verdura fresca e biologica è costosa. È molto efficiente [come sistema], ma finisci solo per rovinare il tuo corpo. Bisogna essere coscienti del fatto che alla fine ci si sta facendo del male”.
L’album include anche la cover di “Tokio“, una vecchia hit di Kenji Sawada. In generale, l’album rappresenta la forza della musica, cosa in cui Miyavi crede.