Torniamo in Italia per le nostre interviste esclusive: questa volta abbiamo parlato con Shoujy, una cantante e cantautrice italiana J-Rock. Scoprite la sua carriera qui di seguito!
Shoujy: Facebook, X, Instagram, TikTok, Youtube, Youtube cover
TokyoNoise: Partiamo dall’inizio! Sei attiva nel mondo musicale giapponese e internazionale dal 2011 e hai iniziato la tua carriera come utaite. Come mai questa scelta? Quali sono state le tue influenze musicali?
Shoujy: Ciao TokyoNoise e pubblico di lettori, vi ringrazio per questa opportunità per raccontare un po’ la mia storia.
Sono partita dalla sala prove, portando cover di stampo rock nei locali di Napoli e nel frattempo ho coltivato i miei ascolti musicali.
Come per molti mi sono avvicinata alla musica giapponese attraverso gli anime, successivamente gli step sono variati con la lettura dei manga e poi il web, ascoltando la musica su YouTube (per il lato sigle anime) e lastfm per scavare e trovare gli artisti/band giapponesi, anche quelli più sconosciuti.
A furia di ascoltare le sigle degli anime e guardando le serie in lingua originale (con sottotitoli in italiano) iniziava a ballarmi il pensiero: “Voglio provare a cantare in giapponese!” “Facciamolo!”
Ai tempi pubblicai la mia prima cover che fu “Zankoku Na Tenshi No Te-ze”, opening di “Evangelion” e da qui piano piano ho conosciuto molte persone che mi hanno incoraggiata e supportata molto nel continuare a pubblicare cover.
Arrivati al 2016 una mia vecchia amica cosplayer mi suggerì un contest canoro al Napoli Comicon in cui si cantava in giapponese; insistette davvero tanto nel farmi partecipare perché disse che avrei sicuramente vinto.
Oh! E così è stato *scoppio a ridere*.
La vincita di questo contest è come se mi avesse aperto un mondo di opportunità per coltivare questa mia passione per la musica giapponese. Ho iniziato a girare l’Italia con una scaletta di sigle anime, quindi il percorso con la musica giapponese parte come utaite passando a un periodo come idol italiana dopo la vincita del contest (in generale ho un’attitudine un po’ strong quindi forse fui tra le prime alt idol in Italia, ma ai tempi il concetto di alt idol non era per nulla conosciuto sul territorio, se non da pochissimi).
Tra una fiera del fumetto e l’altra ho conosciuto tante persone e alcune di queste hanno voluto “farmi da manager” come John Kaminari (giornalista, reporter, attore e manager italiano che ha lavorato per 10 anni sul territori giapponese).
Queste persone intravidero qualcosa in me che doveva essere maggiormente pubblicizzata, arrivando a cantare a eventi importanti come al the Colosseum FALL nel 2018 tenutosi a Roma per la tappa ufficiale del videogioco “Dragon Ball FighterZ”. Fu il mio primo evento esports.
Un altro tassello importante è stato l’ETNA COMICS nel 2019, dove ho avuto l’immenso onore di esibirmi dopo il concerto di Mika Kobayashi (“Shingeki No Kyojin”, “Guilty Crown”, “Kill la Kill”, ecc.). In questa mia performance ho avuto il piacere di avere con me la presenza di Yuriko Tiger, modella e cosplayer, che ha danzato su alcune sigle durante il live.
Dopo il 2019 come ben sappiamo c’è stato un drastico crollo per tutti a causa del COVID, soprattutto per il comparto artistico/intrattenimento, ed è stato molto difficile riprendere tutto; è come se avessi dovuto iniziare totalmente daccapo e quei 4 anni intensi di carriera fossero spariti nel vuoto.
Questa battuta d’arresto è stata davvero dura, ma nonostante tutto sono riuscita a rialzarmi e tutti i fan affezionati sono rimasti fino ad oggi sempre forti e pronti a sostenermi, come dei veri legionari (questo è il nome definitivo che ho deciso di dare a chi mi segue con forza e costanza), arrivando sino a ora dopo anni di duro lavoro a raccontarmi e cantando nella veste più pura di Shoujy.
Le influenze musicali che mi hanno definito e ispirata nel tempo vanno dalla musica occidentale a quella giapponese.
Nel lato occidentale i miei punti di riferimento soprattutto a livello canoro sono Daniel Gildenlöw dei Pain of Salvation e Freddie Mercury dei Queen.
Nel versante giapponese invece c’è un mix tra J-Rock e visual kei, come Takanori Nishikawa per il lato più energico e J-Rock, Aimer per il lato J-Rock/J-Pop più intimo ed emotivo ma allo stesso tempo intenso, mentre per il visual kei GACKT è stato il mio primo riferimento in assoluto e solo successivamente ho seguito la scia di Ruki dei ThE GazettE insieme a HYDE, preso dal lato L’Arc~en~Ciel/VAMPS e progetto solistico.
Com’è cambiato il tuo rapporto con le cover nel corso degli anni? Per esempio, coveri gli stessi tipi di canzoni di un tempo oppure qualcosa è cambiato?
Nel corso del tempo il rapporto con le cover è molto cambiato, soprattutto negli ultimi anni, perché una cosa che ho compreso è che ho fatto tante cose, ma dovevo definire la mia identità e le mie influenze in maniera più chiara e marcata, andando oltre alle cover del panorama anisong, portando il lato visual kei e metal occidentale, così che anche chi mi ascolta o vede per la prima volta possa comprendere perfettamente dove si trova e cosa troverà entrando nella legione di Shoujy *ride*.
La tua avventura con le canzoni originali è partita nel 2020 con “Higeki To Kouun No Hana” (悲劇と幸運の花). Puoi spiegarci i dettagli dietro questa uscita? Com’è nata questa canzone? Qual è stato il processo di creazione? Che cos’hai imparato da questo debutto?
Ad un certo punto ho sentito l’esigenza interiore di fare qualcosa di mio. Ho compreso che cantare in giapponese è un amore viscerale, quasi primordiale, inspiegabile.
Con molta fermezza decisi di esprimere i miei sentimenti e messaggi attraverso brani in lingua giapponese.
“Higeki To Kouun No Hana” nasce attraverso una dualità interiore che mi accompagna ancora oggi, essere positivi e negativi, essere ottimisti e pessimisti.
Questa dualità viene rappresentata in un dialogo tra me in carne ed ossa (la parte negativa) e la rosa (la parte positiva), in un botta e risposta per riuscire a trovare la soluzione, il giusto equilibrio tra due visioni opposte del mondo.
Raccontando alcuni dettagli come la creazione del testo: mi sono affidata a due amici, JapaNapo o Cesca-chan, laureata in giapponese, con la quale ho fatto numerosi incontri, chiamate e messaggi vocali per scrivere il testo insieme a Jun Tokizawa (madrelingua giapponese e blogger di Napolissimi, un sito interamente giapponese su cui mostra cibi e usanze di Napoli).
Il processo di creazione è stato molto impegnativo, soprattutto sul lato dell’adattamento del testo in giapponese. Ero già solita inventare linee melodiche, ma in lingua inglese o usando i consueti LaLaLa o NaNaNa. Nel momento in cui lessi il testo giapponese tentando di adattarlo alla melodia inizialmente creata pensai: “Porca miseria! Qua dobbiamo lavorare sodo, dobbiamo rendere tutto più musicale”.
Questo primo brano è stata una grande scuola per me per rendere maggiormente efficace il processo nei brani successivi, arrivando ogni volta nella creazione della melodia a inserire immediatamente un “fake Japanese” in fase di produzione.
Nel 2021 hai pubblicato due canzoni originali, ossia “SOFT WALL” e “Kagayaku Tabiji” (輝く旅路). Raccontaci di queste uscite: cosa c’è stato di diverso nella creazione di queste due tracce rispetto a “Higeki To Kouun No Hana”?
“SOFT WALL” è strettamente collegata al brano “Higeki To Kouun No Hana”: è la fase del progresso emotivo in cui si lotta e c’è la speranza, quando sai cosa fare, sai quali sono le tue capacità e sei determinat*, ma dinnanzi c’è un muro morbido, rappresentazione degli ostacoli davvero difficili da superare.
“Kagayaku Tabiji” nasce da una speciale collaborazione con la Black List Crew Studio (studio di animazione/disegno italiano), i quali hanno visto le mie performance sul web e hanno deciso di farmi diventare la voce per la sigla del manga italiano “Life Guards”.
Questo genere di cose le ho viste fare solo in Giappone: è stato davvero una grandissima soddisfazione essere richiesta specificamente per una sigla in giapponese per un manga italiano!
Il processo è drasticamente cambiato da “Higeki” in termini di tempistiche e competenze. Da “Kagayaku” inizio ad affidarmi, per il lato testo, alla cantautrice italo-giapponese OTO MAYUMI e per il lato composizione e produzione musicale riesce a fare un level up importante.
In “Higeki to Kouun No Hana” ero effettivamente acerba; io sono fatta così: anche se ho qualche incertezza inizio a esprimere e poi aggiusto il tiro tutto insieme, un po’ come il diesel *occhiolino*.
Nel 2023 hai proposto “Surudoi Egao” (鋭い笑顔) e “Iki” (息). Parlaci di queste tracce!
“Surudoi Egao” è effettivamente il capitolo in cui il sound ha una sua identità, qualcosa che fondesse la potenza del metal con la sensibilità del visual kei. In questo una grande mano mi è stata data dal chitarrista progressive metal italiano Myki Di Bono, entrato a far parte del mio team di produzione proprio a partire dalla scrittura del brano “Surudoi Egao”, realizzando anche le riprese del video.
“Surudoi Egao” è un inno di sana rabbia per rompere la barriera dell’indifferenza, usando la spada (che rappresenta i sogni) e scrivere la propria vita senza dipendere dall’approvazione degli altri.
“Iki”, con grande piacere, è il secondo lavoro per la Black List Crew, sigla per il manga “Ops, sei morto!”. In questa occasione è possibile notare la grossa influenza di Takanori Nishikawa e Aimer. È stato davvero bellissimo lavorare a questo brano che mi ha permesso di coronare un piccolo sogno canoro.
Recentemente abbiamo intervistato Haru di All Might Studio, che ha parlato con grande orgoglio del progetto “Shoujy”. Com’è partita la vostra collaborazione e com’è lavorare con Haru?
Haru di All Might Studio è un punto cardine della mia carriera musicale. Siamo entrambi della stessa città e ci siamo conosciuti nel centro storico di Napoli, dove abbiamo trovato subito un’intesa, condividendo i nostri ascolti musicali fino a diventare negli anni il mio produttore a tutti gli effetti.
Haru è una persona estremamente professionale, ma allo stesso tempo sensibile e aperto a idee innovative. Ed è stato il primo a credere e a investire sul mio progetto musicale senza mai battere ciglio.
Lavorare con Haru è una vera e propria scuola, perché mi ha permesso di crescere non solo nell’ambito delle registrazioni in studio, ma anche sviluppare skill audio per riuscire a lavorare da sola ed essere parte del suo team, collaborando alla creazione di parti delle melodie di molti suoi lavori per artisti esteri.
Parliamo ora del tuo stile visual! Si notano delle influenze del visual kei, soprattutto agli inizi. Nel corso degli anni però c’è stato un cambiamento a livello di moda, anche se il tuo stile è sempre tuo. Che rapporto hai con la scelta di vestiti e del concept visivo?
Agli inizi l’estetica era decisamente più evidente e teatrale, ma, nel tempo, studiando davvero tanto gli artisti visual kei di tutte le sfumature possibili e immaginabili, gli stessi artisti e band cambiano drasticamente look/immagine in base a determinati album o periodi. Anche per me è successo lo stesso, soprattutto ora che ho ben chiaro il mio percorso che vuole unire il progmetal con il visual kei, ovvero un look minimal dark e cambiando completamente anche il mio taglio di capelli.
Per moltissimi anni li ho tenuti lunghi con le sfumature rosse o quasi totalmente rossi, mentre ora ho optato per un wolfcut in cui il nero è predominante con sfumature rosse.
Insomma si capisce che mi piace il rosso e nero, ma non c’entra assolutamente la fede calcistica *ride*.
La tua carriera è molto diversificata: pubblichi canzoni originali, proponi cover, ma sei anche attiva sui social, soprattutto su Instagram. Hai un pubblico molto affiatato in qualsiasi lingua tu posti (italiano, inglese e giapponese!), che ti segue regolarmente e interagisce con te. Com’è pubblicare video di discussione da content creator e interagire con il tuo pubblico?
Oltre al fatto di essere una cantante ho sempre avuto questo lato da content creator che è servito davvero tanto per riuscire a stare al passo con i tempi in cui i social sono sempre più affamati di contenuti da pubblicare il più velocemente possibile.
Ci tengo a essere minimamente attiva, ma soprattutto questo dialogo anche con l’estero è riuscito a succedere grazie al fatto che non ho voluto mollare anche nei momenti peggiori.
Ho avuto diversi periodi con la community. Il periodo iniziale con le cover è stato un crescendo lento fino ad avere seri problemi a rispondere anche ai messaggi privati nel periodo delle fiere del fumetto, poi durante la pandemia sono diventata praticamente una streamer, dedicandomi alla piattaforma Twitch in maniera molto attiva e condividendo il mio percorso con nuovi legionari, che mi hanno supportata in maniera molto importante, finanziando la realizzazione del videoclip di “Surudoi Egao”.
Successivamente c’è stato un calo della community a causa dell’esigenza sia dei social che di Twitch di essere sempre più attiva; ciò mi ha portato a decidere a un certo punto di prendermi una pausa di riflessione, ma soprattutto dedicarmi di più a migliorare il percorso musicale.
Questa pausa mi ha permesso anche di riflettere proprio sulla creazione dei contenuti: da moltissimi anni sono una sorta di fanatica del visual kei, ma non avevo mai fatto il passo in avanti per parlarne, perché pensavo che a nessuno importasse. Ammetto che TikTok mi ha fatto capire che mi stavo sbagliando alla grande.
Vedendo costantemente video dei Malice Mizer, ThE GazettE, Versailles e tanti altri realizzati da fan italiani mi ha aperto il cuore, dandomi subito da fare nella realizzazione di video ad hoc in cui parlo del visual kei nella maniera più semplice possibile.
Questo è stato il primo passo che mi ha fatto conoscere tantissimi sfegatati come me del vkei, diventando anche dei miei fan, dicendomi che non gli ero mai apparsa e mostrandosi dispiaciuti del fatto di non avermi conosciuta già tempo fa.
Insomma oltre a questi tipi di contenuti ne ho sviluppati anche altri dedicati al mindset nel canto, dal nome “Singer’s Mind” e curiosità sul mondo metal.
Sono troppo contenta dei miei attuali risultati, è come aver trovato il proprio posto nel mondo!
Che rapporto hai invece coi concerti? Sei molto attiva a livello di live!
Il palco è il mio posto preferito!
Le mie prime esperienze live partono dai locali/pub, successivamente le fiere del fumetto e altri tipi di eventi a tema.
Agli inizi tendevo a scoraggiarmi molto durante le performance dal vivo per due motivi in particolare:
- costanti problemi tecnici con il fonico e l’impianto che era presente nel posto;
- poche persone.
A un certo punto è stato proprio Haru a incoraggiarmi, dicendomi che ogni esibizione doveva essere sempre la migliore, non importa se non c’è nessuno, l’importante è che dai come se fosse il concerto migliore del mondo, perché così succede che qualcuno si fermerà ad ascoltarti e questo conta molto di più di quando qualcuno è già vicino al palco.
E cavolo! Aveva ragione.
Questa è stata praticamente il mio salvavita per ogni concerto vivendo al meglio l’esperienza, ora è un rapporto magico ogni volta.
Sono tendenzialmente introversa, ma quando i miei piedi calcano il palco avviene uno switch che mi carica al massimo!
Concludiamo con una curiosità! Sui social tu e Haru di All Might Studio avete anticipato una notizia importante: tra poco uscirà una nuova canzone… Ci puoi anticipare qualcosa?
Durante queste ultime settimane stiamo pubblicando diversi backstage e piccoli estratti del prossimo nuovo singolo.
Faccio una pazzia! Il titolo e la data non sono stati ancora rivelati e in esclusiva per questa speciale intervista vi dirò come si chiamerà il prossimo singolo e in che mese ci sarà la release.
Il brano si intitolerà “Gold” e verrà rilasciato questo mese di febbraio.
Lascia un messaggio ai tuoi fan e alle persone che ti stanno scoprendo ora!
Ringrazio di cuore tutti i lettori per essere arrivati fino a qui: è stato meraviglioso poter condividere la mia storia con voi e che possa essere utile anche a tutti gli artisti o chi in generale ha quel fuoco dentro che ha bisogno di ardere con forza costante senza che si spenga.
Grazie infinite a TokyoNoise per questa intervista, è sempre bello avere uno spazio dove raccontarsi.
Alla prossima!