Oggi, 1° dicembre, festeggiamo l’uscita del primissimo album della cantante italo-giapponese OTO MAYUMI. Per l’occasione, l’artista ci ha rilasciato un’intervista esclusiva! Ecco quindi l’occasione per scoprirla e conoscere meglio il suo percorso musicale.
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TN: Grazie per averci concesso quest’intervista! Nell’ottica dell’uscita dell’album, proviamo a parlare della tua musica e delle tue ispirazioni!
OTO MAYUMI: Grazie a voi per la disponibilità! Sono carica!
In alcune interviste passate hai spiegato come ti sei avvicinata al mondo della scrittura dei brani a 13 anni. Ricordi un momento preciso in cui ti sei detta: “Questa è la mia carriera”?
Mi è sempre piaciuto cantare, complice anche il fatto di essere nata da genitori musicisti e cantanti (anche se di musica classica, quindi di un genere totalmente diverso).
In realtà da ragazzina ho sempre sognato di fare l’attrice, infatti ho fatto l’audizione per entrare in un’agenzia per artisti in Giappone, alla Tokyo Teatro Accademy e andavo ogni settimana a fare le lezioni di recitazione.
Nonostante la musica mi abbia sempre appassionata, mi piaceva anche scrivere le poesie e addirittura per ogni audizione che facevo, come punto di appeal presentavo sempre qualche brano cantato. Per molti anni non avevo mai avuto la pensata di farlo come mestiere.
Quando poi a 15 anni, attraverso varie faccende, ho riscontrato dei miei limiti nella recitazione, soprattutto la perdita della carica, ho riflettuto su cosa potessi fare nell’effettivo, sia (come si dice anche quando ti sposi) nella gioia che nel dolore. Mi sono resa conto che era la musica, di preciso il canto. Là ho realizzato che per renderlo un mestiere, era più calzante fare un qualcosa che ero disposta a fare in qualsiasi stato mentale.
Oltre a presentare cover e partecipare a convention e festival, per anni sei stata anche una Youtuber. Che ricordi hai di quel periodo?
Ero molto carica. Ho sempre seguito vari Youtuber giapponesi e sognavo anch’io di fare un giorno come loro la Youtuber, sia per pura passione e sia per farmi conoscere.
Mi sono divertita molto e ho imparato tantissime cose, non solo come ci si approccia davanti alla telecamera e come impostare un discorso, ma soprattutto (cosa fondamentale per me) come si edita un video, oltre che a capire e gestire le reazioni del pubblico, tipo nei commenti.
Parliamo di cos’è successo nel novembre del 2022: hai iniziato una nuova avventura per arrivare all’uscita del tuo primo album. In quell’occasione, hai pubblicato la canzone “Haisuikou no gomi”(排水口のゴミ). Puoi parlarci della creazione di questa traccia?
Premetto che a quei tempi, non avevo né fiducia e né una visione chiara nel realizzare successivamente un album (è la prima volta per me), anche se mi sarebbe piaciuto. Questo primo singolo inizialmente sarebbe dovuto uscire a fine 2016. Poi sono successe tantissime cose che però mi hanno permesso di conoscere il mio produttore attuale, che mi ha fatto realizzare questo sogno, quello appunto di realizzare un album.
“Haisuikou no gomi” l’avevo scritto in un periodo buio… forse fino qui ci siete arrivati anche da soli. Non scendo nei dettagli, ma vi dico solo che stavo in una situazione dove combattevo per realizzare un obbiettivo e allo stesso tempo venivo criticata e insultata quotidianamente per delle mie scelte.
Mentre ero frustrata, mi ero fatta una doccia, che poi mi ha portato l’ispirazione nel creare questo brano.
Sono poi uscite, rispettivamente, “Fukuro” (Owl) e “Zenbu”, nel 2023. In entrambe racconti di temi estremamente forti, come la depressione e il senso della vita. Cosa ti ha ispirato in particolar modo per la scrittura dei testi e la composizione delle melodie?
Innanzitutto necessito di dirvi che la creazione dei miei brani parte sempre dal testo. Spesso in quel momento non ho nemmeno un’ispirazione per la melodia. Metto quanto scritto “in cantiere”, dopodiché, quando mi viene voglia lo rileggo. Se mi convince dopo giorni, settimane, anche mesi (dipende da quando lo vado a rileggere), quel testo viene “approvato” per essere composto. Infatti i miei brani realizzati sono tutti coloro che hanno “passato la selezione”.
Spiegato questo, “Fukurou/Owl” l’ho scritto dopo “Haisuikou no gomi”, sempre nel 2016, dove ero riuscita finalmente a realizzare l’obbiettivo. Questa cosa mi aveva aiutato molto a togliere parte dei residui della depressione, come se si fossero create delle croste sulle ferite.
Successivamente è stato partorito “Zenbu”, che però è stato completato nell’effettivo (a livello testuale) nell’anno successivo, ovvero nel 2017. Ad aver “chiuso il sipario” è stato l’ultimo ritornello, che inizialmente era stato scritto, in modo voluto, con una conclusione aperta, come se fosse un film che ha un finale aperto.
“Zenbu” è come se fosse un brano metaforico della mia digestione su tutta la situazione che ho affrontato e degli accorgimenti che ho avuto, specie nell’attraversare la depressione. Proprio per dare una mia risposta su come ci si sente e come ci si esce, avevo lasciato un ritornello ambiguo, che però era stato “criticato” dal mio fidanzato dei tempi (l’attuale mio marito), il quale mi disse che gli sarebbe piaciuto avere una risposta definitiva e concreta in questo ultimo ritornello.
Comprendendo i suoi dubbi, ho voluto riprendere la situazione in mano e mi sono sforzata nel cercare di trovare una risposta, un mio parere a riguardo. Ho scelto di farlo, perché nell’effettivo, il non dare una risposta (quindi di lasciare un finale aperto e ambiguo) sarebbe stato come se non avessi affrontato la situazione fino alla “battaglia finale” ed era come se non avessi trovato una soluzione per la situazione che ho affrontato.
Alla fine sono rimasta molto soddisfatta del finale e del messaggio che ho lanciato, quindi direi che è stata una critica molto costruttiva.
Parliamo ora di “Datte”, il quarto singolo e l’ultimo uscito prima dell’album. È la tua prima ballata. È stata una sfida rispetto alla scrittura e alla registrazione delle precedenti canzoni o è stato paradossalmente più facile?
Partendo dal fatto che non sono mai stata brava a scrivere un brano d’amore, perché ciò che provavo a scrivere mi faceva senso nel vero senso dalla parola, “Datte” è stato un brano che magicamente mi ha convinto. È stato scritto in modo piuttosto spontaneo, molto sincero, senza nascondere le mie emozioni dietro a delle metafore.
Solitamente compongo e arrangio con un programma musicale, quindi dal PC. Di solito uso strumenti da Rock band, mentre questa volta sono partita dal suono della chitarra acustica.
Nel 2021 hai collaborato con FURAMI alla canzone “Tsukuyomi” (ツクヨミ). Puoi raccontarci di quell’esperienza?
La collaborazione è partita dopo aver ricevuto, da parte sua, un DM di collaborazione su Instagram.
Sono andata subito ad ascoltare la sua discografia e mi aveva molto convinto il suo modo di lavorare.
Ci siamo sentiti prima via web, poi dal vivo, e la creazione del bano è stata molto veloce e fluida, dove c’è stata tanta ispirazione, mettersi in gioco e un bel rispetto reciproco sul modus operandi.
Siamo rimasti in buoni rapporti, a tal punto che ogni tanto (essendo della stessa regione) andiamo a mangiare, anche gli arrosticini (cibo tipico dell’Abruzzo)! Non nascondo che mi piacerebbe fare in futuro un’altra collaborazione, magari con un sound diverso da “Tsukuyomi”.
Il tuo primo album ha due titoli: uno internazionale (“Good and Bad Shades”) e uno giapponese (“Hai, iie” (灰、良い影)), il che rispecchia un po’ il tuo pubblico. Come gestisci la scrittura e la promozione in lingue diverse, tra giapponese, inglese e italiano? Con quale ti senti più a tuo agio musicalmente? Puoi spiegarci anche la scelta di questi titoli per il tuo album?
Musicalmente, sicuramente la mia lingua è il giapponese. Mi trovo benissimo nell’esprimermi in questa lingua.
Per quanto riguarda la promozione, mi aiuta molto mio marito, che praticamente ormai mi fa da ufficio stampa. Purtroppo ho delle lacune per l’inglese (anche se un giorno vorrei impararlo bene), quindi se ne occupa lui. Su questo piano, mi limito a visionare e scegliere con lui, scambiandoci anche consigli.
Per quanto riguarda la scelta dei titoli, parto dal concetto e del messaggio dell’album. Premesso che non è un concept album, non credo nemmeno di essere in grado di crearlo, ma quando ho riflettuto su un punto comune che avevano tutti i brani, ho rivisto il mio concetto fondamentale, ovvero quello del descrivere “il lato grigio” delle persone.
Tutti noi umani viviamo costantemente provando varie emozioni, che a volte sono anche contradittorie. Sono del parere che il mondo non è fatto di solo bianco e nero, esiste sempre l’altro lato della medaglia, un po’ come lo yin e yang, che quindi una cosa positiva può essere negativa per un altro e viceversa.
Definendo questo concetto “il lato grigio”, un grigio che ha varie sfumature di tonalità, ero partita nel voler mettere la parola “grigio”. In giapponese grigio si dice “hai-iro” che significa hai=ceneri, iro=colore (color cenere). Successivamente, ho unito l’idea del hai col “Sì”, che si dice altrettanto Hai (scritto in modo diverso dalla parola cenere), e ho voluto creare questa mini frase “Sì (e) no”, quindi “Hai, iie”. Quindi ho trascritto queste due parole con dei kanji che hanno un significato diverso dal sì e no, per dare una doppia chiave di lettura: Hai=ceneri, ii=buone, e=ombre.
Come dire, le ceneri creano delle belle ombre/sfumature.
Siccome era un concetto che, in caso avessi lasciato semplicemente “Hai, iie” anche nella versione occidentale, non sarebbe stato colto, ho voluto “tradurlo” adattandolo e cercando di avvicinarlo il più possibile, per questo nella versione fuori dal Giappone si intitola “Good and Bad Shades”.
Raccontaci del concept dietro l’album, sia a livello grafico che musicale.
A livello musicale, l’ho già spiegato abbastanza nella domanda precedente.
Qui mi sento di aggiungere dei dettagli, che però come dico sempre, a me fa piacere se i miei brani vengono interpretati a cuore libero dall’ascoltatore.
Una mini descrizione di ciascun brano, la potete leggere nel video che ho caricato su YouTube. Diciamo che senza farlo apposta, per certi versi si può anche interpretare che l’ordine dei brani sembra descrivere un concetto a specchio. Mi spiego meglio: il primo brano è una critica ironica su delle persone che si permettono di giudicare gli altri, nonostante loro siano i primi a mentire a loro stessi, mentre il secondo brano (“Haisuikou no gomi”) è un brano ironicamente autocritico, in cui ci si autodefinisce una sporcizia dello scarico del lavabo. Il terzo brano parla di un amore “scorretto” di una ragazza che va a letto con un ragazzo già impegnato, mentre il quarto brano (“Datte”) parla di un amore puro, in cui si esprime il timore che tutto ciò possa finire… e così via.
L’ordine dei brani è stato scelto non per i messaggi, ma per la musicalità, però il caso ha voluto che ha creato questa specie di “doppio lato della medaglia”.
A livello grafico invece, i miei messaggi e le mie scelte si possono vedere maggiormente sul CD fisico. A parte la copertina che penso non abbia bisogno di spiegazione (è in bianco e nero, quindi grigio, che ha varie tonalità), le foto che ho messo dentro il libretto con i testi sono state scelte accuratamente in modo che fossero attinenti ai brani. Una piccola chicca è quella di aver scritto tutti i testi in giapponese in bianco, e tutta la traduzione in italiano in nero.
Anche se credo che non ci arriverà nessuno, in realtà, (sempre casualmente) per certi versi l’ultima foto legata all’ultimo brano, a parte essere l’opposto della copertina (quindi foto a colori), fa un accenno a come potrà essere il secondo album. Però non aggiungo altro. Intanto godetevi questo lavoro che ho partorito!
Quali sono le attività che possiamo aspettarci in futuro per la promozione di questo disco?
Sotto il profilo live, ho in programma di fare dei concerti nelle live house giapponesi.
Sul web invece, cercherò di promuovermi molto sui social, come Instagram e Twitter.
Infine, lascia un messaggio ai tuoi fan italiani e internazionali!
Innanzitutto volevo ringraziare tutti coloro che mi hanno supportato finora e che continuano a supportarmi. Senza di loro, non avrei raggiunto questo traguardo.
Spero che l’album vi piaccia, che vi trasmetta tante emozioni e che vi faccia riflettere, non perché voglio fare la maestra di vita, ma perché vorrei che ci pensiate sul perché ho voluto scegliere determinati argomenti.
Buon ascolto e buon divertimento!!!
ありがとうございます!是非たくさん聴いてたくさん楽しんでください!♪