Torniamo con le interviste tradotte: vi proponiamo la traduzione della versione inglese dell’intervista ai Wagakki Band e ad Amy Lee (Evanescence), pubblicata da billboard (Facebook, Twitter, Instagram) il 29 settembre 2020 (potete leggere la versione di billboard qui).
L’intervista originale, più lunga, è di Billboard JAPAN (Facebook, Twitter, Instagram) ed è stata rilasciata in giapponese il 30 settembre 2020. Potete leggerla qui.
L’intervista è di Nishihiro Tomoichi.
Come per le altre traduzioni, nella versione in italiano troverete ulteriori link a pagine esterne per le spiegazioni ai riferimenti fatti. Le immagini e i video appartengono all’intervista originale.
WagakkiBand: sito ufficiale, Twitter, Instagram, Youtube
Amy Lee: Twitter, YouTube
I Wagakki Band del Giappone e Amy degli Evanescence parlano delle loro prime impressioni e della loro collaborazione
In febbraio, i Wagakki Band del Giappone invitarono Amy Lee degli Evanescence per un concerto singolo chiamato “Premium Symphonic Night Vol.2” all’Osaka-Jo Hall, in Giappone. La cantante Yuko Suzuhana e il chitarrista Machiya hanno parlato con Lee prima del concerto, hanno comparato le loro impressioni inziali sui loro rispettivi gruppi e sulle loro esibizioni e hanno condiviso il loro pensiero sul fatto di aver collaborato, sia sul palco che in studio.
Il frutto della loro collaborazione, “Sakura Rising“, è ora disponibile in streaming e Amy Lee commenta: “Questa canzone parla di unità e speranza. Da parti opposte del mondo, affrontiamo gli stessi problemi e dobbiamo combatterli insieme invece di combatterci l’un l’altro.”
Sotto si trova un estratto della lunga intervista moderata da Billboard Japan, in cui i tre artisti discutono dei loro rispettivi stili di musica, delle loro idee nel collaborare, delle maniere attraverso cui sfondare nella scena musicale internazionale e tanto altro.
Billboard Japan: Amy, come hai scoperto i Wagakki Band e qual è stata la tua impressione quando li hai ascoltati?
Amy Lee: Facciamo parte della stessa casa discografia, perciò ho scoperto la loro musica grazie a loro. Diventai immediatamente una loro fan, pensai che [la loro musica] fosse affascinante e completamente unica. Non avevo mai sentito niente di simile prima. E in un certo senso mi ricordava me stessa. Quindi sì, mi è piaciuta subito.
Quale pensi sia la differenza tra loro e le altre band?
Lee: Ci sono tante cose diverse. Iniziamo dal fatto che ci sono tanti componenti. (Ride) Questo è il primo punto. Il secondo punto: il fatto che usano antichi strumenti tradizionali asiatici. Non ne avevo mai sentito parlare e non si percepisce come una cosa forzata. Funziona, risulta davvero naturale e immensa. Sono chiaramente una grande fan di un sound ampio e il loro sound è così grande e bello. Non so, è come se avessero la loro orchestra anche senza averla. Ora suonano con una [vera] orchestra, ma è così: semplicemente un sound grandissimo e unico, lo adoro.
Vi incontraste a un concerto degli Evanescence all’estero, giusto?
Machiya: Penso sia stato nel luglio del 2018. Gli Evanescence stavano facendo un tour con un’orchestra. Amy ci ha descritti come [una band] con un “sound ampio” e questo è esattamente ciò che vedemmo noi all’epoca. Forte, rockeggiante e meravigliosamente fuso con la musica classica. Mi sembrava molto simile alla nostra attuale collaborazione con un’orchestra.
Amy, puoi condividere cosa volevi realizzare attraverso la tua collaborazione con i Wagakki Band?
Lee: Mi piace molto mettermi in situazioni che non sono particolarmente confortevoli e che sono poco familiari quando scrivo. Tutti abbiamo dei posti familiari che consideriamo come posti sicuri, in cui andiamo sempre; per me è sedermi al pianoforte o sedermi assieme a un chitarrista quando scrivo.
Ma ho capito, specialmente negli ultimi 10 anni, che quando spingo me stessa verso un luogo differente, quando lavoro con qualcuno che fa della musica diversa dalla mia o quando metto la mia intera band in cerchio e faccio in modo che tutti improvvisino o suonino allo stesso momento, [ciò] crea delle energie diverse e produce colori diversi nello spettro. E aiuta: impari cose di te stesso che prima non sapevi.
Ci sono tanti stili di musica che adoro, quindi è divertente avere l’opportunità di essere in un mondo leggermente diverso e lasciare che un colore diverso, a cui solitamente non permetto di brillare, splenda. Dicevo che ricette diverse producono risultati diversi, perciò non so come sarà, ma è per questo che è eccitante.
Yuko Suzuhana: C’è qualcosa che voglio provare ora come ora. Voglio vedere cosa succede quando si sovrappone una scala giapponese con la mia voce shigin (=un modo tradizionale di recitare poesie come esibizioni) con le alte note rilassate di Amy. Noi [la band] scriviamo raramente canzoni in una sessione, perciò non vedo l’ora.
In futuro, possiamo aspettarci la pubblicazione di alcune collaborazioni da questa imminente sessione?
Lee: Lo spero. Nessuna pressione. (Tocca ferro.) Di solito pubblicizzo prima che sia scritto, ma hey. Ho un po’ di jet-lag. Mi sono svegliata alle 5:30 di mattina con un’idea. Quindi dalle 5:30 fino alle 6:30 ho registrato la mia idea col telefono cosicché possiamo lavorarci dopo, perciò sono eccitata a riguardo. Ho un pezzo di canzone da portare alla discussione.
Amy, probabilmente riesci a sentire della musica locale nei paesi in cui viaggi durante i tour. Puoi condividere ciò che credi sia distintivo degli elementi giapponesi che si trovano nella musica dei Wagakki Band?
Lee: Ieri, durante le prove, è stata la prima volta che ho sentito qualcosa di loro dal vivo e sono rimasta molto impressionata dalla voce di Yuko. È unica, nel senso che non conosco bene ciò di cui parla, con lo shigin. Lo avevo già sentito, ma sicuramente mai applicato alla musica contemporanea. È stato davvero interessante sentirlo con tutto quel sound così potente. La voce di Yuko è veramente potente.
Una delle cose importanti dell’essere donna, specialmente in una band rock, è possedere la concentrazione e la proiezione, essere in grado di portare la propria voce sopra la musica e non perdersi in essa. La sua voce era molto precisa, potente e bella, sopra la musica in tutta quella stanza.
In termini di ambiente d’ascolto, è probabilmente più facile ora trovare della musica del Giappone trovandosi in un altro paese. Che consiglio daresti a un gruppo come i Wagakki Band per sfondare nel mercato internazionale ed essere accettati?
Lee: Oddio, questa è difficile. (Ride) Non so, devi solo provarci! È interessante, perché mi verrebbe da pensare che avendo un gruppo con una produzione larga come il vostro, organizzare un concerto sia abbastanza impegnativo. È costoso, comprende tante persone. E lo capisco, perché noi abbiamo solo cinque componenti ma c’è tanto sound, accadono molte cose. Bisogna fare tanto per arrivare da qualche parte. Perciò può essere difficile viaggiare lontano, specialmente se non hai un pubblico grande come quello che avete a casa, ora. Ma credo che il miglior consiglio sia quello di provarci.
Penso che ci sia un mercato per la vostra musica, nel mondo, perché è così unica. Non si mescola, non assomiglia a niente. Anche ai miei amici, con cui mi sono vantata di questa esibizione, quando ho mostrato loro la vostra musica, erano impressionati e interessati e vorrebbero vedervi. Quindi forse è il caso di tentare la sorte!
Poter trovare musica su internet è fantastico. Questa è una grande parte della battaglia. Prima che firmassimo un contratto, quando ero al liceo, ricordo che una stazione radio in Canada ci scoprì per qualche ragione e avevamo questo piccolo seguito canadese. Pensavo che fosse così forte. Credo che una parte la faccia anche il passaparola. Quindi il fatto che [la musica] esista in un posto in cui le persone possano trovarla è una cosa meravigliosa.
Suzuhana: Le persone hanno scoperto la nostra musica online, perciò posso proprio capire tutto ciò. Quando vedo commenti da tutto il mondo su Youtube, credo che ci siano ancora dei metodi per approfittare di questi spiragli.
In passato, tutti pensavano che se gli artisti giapponesi volessero avere successo all’estero, avrebbero dovuto cantare in inglese.
Machiya: La prima volta che ci esibimmo fuori dal Giappone riflettemmo molto su come avremmo dovuto approcciare quest’aspetto.
Lee: Non penso che questo sia vero oggigiorno. Abbiamo diversi gruppi provenienti dai paesi asiatici che sono veramente popolari negli Stati Uniti, recentemente.
Ci sono le BABYMETAL e i BTS. So che loro hanno stili di musica diversi, ma il fatto che siano accettati così tanto dalla cultura americana credo che sia un buon segno. Credo che il mondo stia diventando maggiormente consapevole a livello globale e che sia più aperto mentalmente.
Speriamo che questa collaborazioni porti a un tour in collaborazione, un giorno.
Machiya: Mi piacerebbe molto. Un tour mondiale, sicuramente.
Lee: Penso che aprirei i concerti per voi (in Giappone) e forse il contrario negli Stati Uniti!
Riguardo “Sakura Rising”, qual è il messaggio che volete trasmettere al pubblico con questa canzone?
Lee: Questa canzone parla di unità e speranza. Da parti opposte del mondo, affrontiamo gli stessi problemi e dobbiamo combatterli insieme invece che combatterci l’un l’altro. Yuko ed io scrivevamo queste parole all’inizio della pandemia e la primavera era in piena fioritura. Guardando da fuori, proprio quando nuove foglie verdi emergono dagli alberi raggrinziti e piccoli fiori miracolosi rinascono dopo la morte dell’inverno, anche noi possiamo rialzarci. Ce la faremo e staremo di nuovo insieme.
Qual è la vostra reazione nell’ascoltare questa canzone quando è finita e cosa volete che gli ascoltatori notino?
Lee: La parte della collaborazione che preferisco è quanto possa essere inaspettato e imprevedibile il risultato finale. Quando unisci due cose insieme per la prima volta e li lasci scorrere liberamente può succedere qualsiasi cosa. Può emergere un nuovo colore. Riascoltandola, posso sentire chiaramente il sound dei Wagakki Band, così come il mio, ma poi c’è quel qualcosa di extra che è completamente nuovo per me. Lo adoro! Superare i limiti di cosa si può fare è il modo in cui si impara, si inventa e si migliora. Spero che ciò possa tradursi nell’apertura mentale e di spirito.
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