Ecco la traduzione settimanale per la nostra rubrica “Interviste“. È la volta dell’intervista a Shinya, batterista dei DIR EN GREY, pubblicata in inglese da JROCK NEWS il 30 aprile 2020 e fatta il 5 febbraio 2020. Potete leggere la versione originale qui.
L’intervista è di Sizergyia e Narine, redattori dello staff di JROCK NEWS.
Come per le altre traduzioni, nella versione in italiano troverete dei link a pagine esterne per le spiegazioni ai riferimenti fatti. I link sono stati aggiunti dallo staff di TokyoNoise, mentre le immagini, i video e i link alle pagine di JROCK NEWS sono quelle dell’intervista originale.
Intervista a Shinya: in che modo i DIR EN GREY evolvono con ogni live show
I DIR EN GREY hanno affrontato l’Europa ancora una volta in meno di due anni, tornando il prima possibile. Verso la fine del loro tour intitolato “TOUR20 This Way to Self-Destruction” abbiamo incontrato la band a Londra, prima che salissero sul palco per la loro esibizione teatrale.
Abbiamo incontrato il batterista Shinya per parlare del loro ultimissimo singolo The World of Mercy (1) e l’album The Insulated World. Non solo: abbiamo anche scoperto in che modo i DIR EN GREY crescono come band attraverso i loro live show – grazie ai loro fan!
Questa volta il nome del tour è This Way to Self-Destruction: potresti spiegarci il suo significato?
Quando pubblicammo l’album The Insulated World in Giappone, intraprendemmo un tour l’anno successivo, nel 2018. Il tour si chiamava This Way to Self-Destruction e penso che lo abbiate notato dalla setlist: potete osservare che suonammo molte canzoni provenienti da quell’album. Quindi è relativo alla pubblicazione dell’ultimo album. Fu anche lo stesso nome del tour nelle Americhe e, ora, in Europa.
È appena passato poco più di un anno da quando i DIR EN GREY hanno intrapreso un tour in Europa, nel 2018. Cosa continua a riportarvi in Europa?
C’è stato un grande intervallo dall’ultima volta in cui siamo stati in tournée, prima di tornare nel 2018; anche durante quel tour parlavamo già del prossimo. Questo è il motivo per cui siamo tornati così in fretta, perché l’avevamo già cominciato a pianificare quando eravamo stati l’ultima volta qui in Europa.
Qual è la canzone a cui i fan hanno reagito maggiormente durante questo tour?
Quando suoniamo Merciless Cult nella nostra scaletta – una canzone veramente vecchia – e quando parte l’intro, è probabilmente una delle più forti reazioni che riceviamo dai fan.
Ti sei mai esibito in uno show in cui hai percepito che tutto fosse perfetto? Se non ambisci alla perfezione, c’è qualcosa che si avvicina a quella sensazione?
Per quanto mi riguardo, mi sento vicino alla perfezione durante tutti i tour dei DIR EN GREY.
Il più recente singolo dei DIR EN GREY, The World of Mercy, è un’epopea lunga 10 minuti. Quali idee volevate esplorare musicalmente e tematicamente?
Riguardo a The World Of Mercy, decidemmo fin dall’inizio che avremmo creato una canzone lunga. Il nostro usuale metodo di scrivere canzoni consiste nel portare vari elementi e idee in tavola; ci sono diversi aspetti inclusi, in verità, ma questa volta volevamo attenerci a un tema dall’inizio alla fine per una traccia lunga più di 10 minuti.
The World of Mercy attraversa diverse fasi nel corso della canzone. C’è stato un messaggio particolare o un’emozione che volevate infondere?
Non c’è un messaggio particolare o qualcosa che vorrei le persone capissero o traessero da questa canzone, tuttavia vorrei sicuramente che le persone percepiscano la canzone come meglio credono semplicemente ascoltandola.
Com’è stato il processo di composizione del vostro ultimissimo album The Insulated World?
Il nostro processo di scrittura di canzoni è sempre lo stesso. I componenti si fanno venire in mente un’idea semplice o basica e in seguito la incasiniamo insieme.
C’è una canzone particolare tratta da The Insulated World di cui ti senti particolarmente orgoglioso o soddisfatto?
Personalmente, mi piace la parte della batteria della canzone Aka. Credo di essere riuscito a rivelare me stesso all’interno di ogni fraseggio della canzone.
Ci sono delle filosofie musicali a cui ti attieni quando suoni la batteria oppure [la filosofia] cambia a seconda dell’album?
Non c’è nulla di fisso per me e non riguarda l’album; è più una questione di dover adattare il mio stile a ogni canzone.
Ogni opera che pubblicate ha una certa atmosfera. La utilizzi come fondamento per dirigere la tua esibizione sul palco?
Sicuramente, le canzoni si muovono e cambiano continuamente mentre le esibiamo live. Questo perché ci sono delle cose che non potresti scoprire da solo quando scrivi un album o lo registri in uno studio. Queste cose le si capiscono solo quando si suona davanti a un pubblico. Anche parti di una canzone che per noi potevano essere sottotono, le persone reagiscono a una di esse e ci fanno capire che è una parte grandiosa grazie alla reazione del pubblico. Man mano che la esibiamo sempre più, pensiamo a nuove idee e il tutto viene trasferito nella nostra prossima esibizione live.
È pianificato prima o fatto improvvisamente?
È sicuramente fatto in tempo reale. Ci viene mentre la esibiamo.
Tu lo fai spesso?
Come batterista, non posso proprio farlo.
Nel 2018, qui a Londra, vi imbatteste in uno sfortunato problema tecnico ma riusciste comunque a presentare le migliori qualità dei DIR EN GREY. Come affronti solitamente questi tipi di situazioni?
In realtà, fummo abbastanza scioccati, poiché di solito non affrontiamo molti problemi. Tuttavia, quando qualcosa va storto, tutti diventano più motivati e vogliono trarre il meglio dalla situazione, è per questo che riusciamo ancora a provare piacere durante i nostri show nonostante le difficoltà.
I DIR EN GREY hanno raggiunto molti traguardi nel corso della loro vasta carriera, ma ci sono degli obiettivi o dei risultati a cui ancora aspirate?
Assolutamente! Nonostante la lunghezza della nostra carriera – in Giappone e all’estero – ci sono ancora delle persone che non conoscono i DIR EN GREY. Perciò ci sono sempre dei nuovi obiettivi e sogni da inseguire. Per arrivare a tutte quelle persone che ancora non hanno nessuna idea di chi siamo, dobbiamo sicuramente continuare a inseguire nuovi propositi e saremmo contenti di vedere queste persone venire ai nostri live show.
Anche se il tour è già finito, speriamo vivamente che stiano già pianificato il loro prossimo viaggio in Europa. Non ci stufiamo mai di loro!